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Cercasi presidente in Iran

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La Repubblica Islamica dell'Iran si prepara a eleggere il suo nuovo presidente. Ecco una lista dei possibili candidati

Cercasi presidente in Iran

The Post Internazionale in collaborazione con Radio Free Europe/Radio Liberty

CERCASI: una ristretta cerchia di uomini adatti per essere il prossimo presidente iraniano. I candidati devono avere ottime capacità manageriali e devono impegnarsi nel preservare i valori islamici e rivoluzionari. I candidati che sono assolutamente leali e totalmente obbedienti al leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, che mostrano un atteggiamento nettamente antioccidentale, e che possono presentare una storia politica e religiosa documentata che mette in evidenza il loro pugno di ferro, avranno la precedenza. Tutte le iscrizioni saranno esaminate dal Consiglio dei Guardiani della Costituzione. Gli esponenti dell’opposizione sono pregati di non presentare nemmeno domanda.

Queste sono le caratteristiche e i requisiti previsti per i candidati che desiderano presentarsi alle prossime elezioni presidenziali iraniane del 14 giugno, secondo le osservazioni e i commenti provenienti dalla cerchia di persone più vicine al leader supremo. A novembre, il rappresentante del leader supremo nel Corpo delle Guardie della Rivoluzione, Hojatoleslam Ali Saeedi, ha elencato le capacità manageriali, rivoluzionarie e i valori islamici come prerequisiti per dei candidati “adatti e competenti”.

Gli osservatori iraniani hanno ristretto ulteriormente la lista, affermando che la competizione sarà essenzialmente tra i tradizionalisti e la nuova guardia all’interno dell’area conservatrice. I riformisti o le personalità vicine al presidente uscente Mahmud Ahmadinejad virtualmente non sono assolutamente i favoriti alla vittoria, soprattutto se sceglieranno di buttarsi apertamente nella mischia. Come sottolinea l’analista politico Ali Afshari di Washington D.C., il regime islamico sta cercando un Ahmadinejad più civile, ovvero qualcuno che assomigli all’attuale presidente prima che iniziasse a sfidare il leader supremo.

La strada per arrivare ad una lista di candidati ufficiale e completa è ancora lunga ma, nonostante non ci siano conferme ufficiali, sono già emersi dei nomi. Alla fine, secondo Habibollah Asgarolad, segretario generale del partito Coalizione islamica dell’Iran, ci saranno 40 potenziali candidati, di cui 25 provenienti dall’area conservatrice. Perciò, conoscendo le caratteristiche richieste e in vista della probabile introduzione di riforme elettorali che potrebbero eliminare molti dei potenziali candidati, chi è pronto per la competizione? Ecco un riassunto.

1– Uno dei favoriti: Said Jalili, 47 anni, è attualmente il principale negoziatore iraniano sulla questione del nucleare e un rappresentante particolare del leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei. Fa parte della seconda generazione di rivoluzionari islamici che hanno combattuto durante la guerra tra Iran e Iraq. Jalili, che ha perso una gamba in guerra, è relativamente giovane, una caratteristica che pare sia particolarmente gradita a Khamenei. È un duro e si è guadagnato la fiducia del leader supremo. Negli ultimi mesi, sono stati aperti molti siti a sostegno della candidatura di Jalili e ci sono state voci insistenti sul fatto che il potente Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica gli abbia chiesto di scendere in campo.

2– Uno dei favoriti: Akbar Velayati, 67 anni, è l’ex ministro degli Esteri e il consigliere più anziano di Khamenei per quanto riguarda le questioni internazionali. Presumibilmente Velayati ha il supporto di molte figure importanti all’interno dell’area conservatrice. Ha rinunciato all’idea di contestare il voto delle elezioni presidenziali del 2005 dopo che l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani ha annunciato la sua discesa in campo. In agosto, ‘Entekhab’ ha riportato che Velayati ha incaricato alcuni dei suoi più cari amici di gestire la sua campagna elettorale. Il lancio nel 2012 del suo sito web ha portato all’aumento delle speculazioni sulle sue ambizioni politiche.

Velayati ha studiato pediatria in Iran e poi si è specializzato in malattie infettive presso la John Hopkins University di Baltimora negli anni Settanta. Recentemente è stato affermato che lui è pienamente consapevole delle speculazioni riguardo alle sue ambizioni politiche. “Se in futuro prenderò una decisione in merito, rilascerò un commento”, ha dichiarato su Mashreghnews, sito web particolarmente intransigente.

3– Uno dei favoriti: 54 anni, Ali Larijani è un ex negoziatore della questione nucleare che recentemente ha lavorato come speaker parlamentare. Pare sia molto vicino a Khamenei. Nel dicembre scorso, Larijani è stato citato da ‘Tasnimnews’ per aver affermato che non si sarebbe candidato per la presidenza, ma gli osservatori non ne sono così sicuri. In un’intervista rilasciata a settembre al ‘Financial Times’, Larijani ha affermato, “ora ci sono molti politici sulla scena che si stanno preparando (per le elezioni) e io sto osservando chi sarà il favorito”.

Il noto giornalista iraniano Akbar Ganji ha affermato che non ci sono dubbi riguardo alle intenzioni di Larijani di correre per la presidenza. “Ha iniziato la sua campagna dentro e fuori l’Iran”, Ganij ha scritto in un commento pubblicato da Radio Farda, emittente che fa parte di Rfe/Rl, alla fine del 2012. Ha aggiunto che non era chiaro se Larijan fosse il candidato preferito da Khamenei. Larijan ha guadagnato meno del 6 per cento nelle elezioni presidenziali del 2005 che portarono al potere Ahmadinejad, fallendo così il tentativo di andare al secondo turno.

4– Uno dei favoriti: Gholam Ali Haddad Adel, nato nel 1945, è un ex speaker parlamentare e un consigliere di Khamenei. Sua figlia ha sposato uno dei figli del leader supremo. Adel ha ottenuto un gran numero di incarichi governativi, come per esempio quello di vice ministro dell’Orientamento Islamico e vice ministro dell’Educazione. In precedenza Adel ha affermato che un giorno avrebbe corso per la presidenza, anche se dovesse ricevere “solo un singolo voto”.

5– Un outsider: Mohammad Baher Qalibaf, 51 anni, è un ex comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica ed è sindaco di Teheran dal 2005. È considerato un conservatore moderato. Pare che stia attirando un consenso sempre maggiore da parte dell’establishment clericale grazie alle sue capacità manageriali. Un analista di Teheran lo ha descritto come un uomo d’azione, che è stato in grado di migliorare l’immagine della capitale. Ha preso meno del 14 per cento alle elezioni presidenziali del 2005, fallendo il tentativo di andare al secondo turno.

6– Un outsider: Mohsen Rezai, nato del 1954, è un ex comandante del Corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica. Ha corso durante le elezioni presidenziali del 2009, ottenendo meno del 2 per cento dei voti, dopo aver portato avanti una campagna in cui sottolineava l’incompetenza di Ahmadinejad nel gestire l’economia. Rezai non viene considerato un candidato forte e carismatico.

7– Un outsider: Mostafa Pourmohammadi, nato nel 1959, è l’ex ministro degli Interni che attualmente guida il Gio (Organization of National Inspection). È stato accusato di aver giocato un ruolo determinante nelle esecuzioni di massa di migliaia di prigionieri politici negli anni Ottanta. ‘Hamshahrionline’ ha riportato le sue affermazioni secondo cui gli iraniani dovranno aspettare fino all’ultimo giorno utile della registrazione per scoprire se correrà o meno.

8– Un outsider: Mohammad Saidi Kia è diventato ufficialmente il primo potenziale candidato alla presidenza nel dicembre scorso, quando ha annunciato pubblicamente la sua intenzione di scendere in campo. Kia, che è nato nel 1947, non è un personaggio molto conosciuto, ma la sua esperienza e le sue abilità manageriali lo rendono idoneo per la presidenza. Kia è stato ministro delle Infrastrutture durante il primo mandato di Ahmadinejad ed è stato ministro dei Trasporti sotto il primo ministro Mir Hossein Musavi e il presidente Akbar Hashemi Rafsanjani. Mentre la sua carriera lo colloca nell’area conservatrice, ha affermato di voler correre come indipendente e farà affidamento sui contributi pubblici per finanziare la sua campagna.

9– Un candidato dall’ala di Ahmadinejad: I sostenitori della linea dura hanno espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che il presidente cerchi di mantenere il potere nascondendosi dietro a un candidato leale, che poi si ritiri permettendo così ad Ahmadinejad di correre, in futuro, un’altra volta per la presidenza. In questo scenario che assomiglia molto alla situazione Putin-Medvedev, un nome emerge su tutti, ovvero quello del controverso braccio destro di Ahmadinejad, il 52enne Esfandiari Rahim Mashaei. A novembre, i siti web iraniani riportavano che Mashaei aveva affermato che avrebbe corso per la presidenza e che “nessuno può fermarmi.” Il suo ufficio ha smentito la notizia, sostenendo che Mashaei non ha rilasciato alcun commento sulle elezioni presidenziali in nessun incontro privato. Tuttavia le sue dimissioni come capo dello staff di Ahmadinejad hanno intensificato le speculazioni sul fatto che stia preparando la campagna.

Mashaei viene considerato il teorico più importante dell’area pro Ahmadinejad ed è un personaggio odiato dai sostenitori della linea dura, che lo accusano di essere la causa principale della ‘corrente anomala’ che minaccia le fondamenta dell’establishment religioso. A dicembre uno dei legislatori ha affermato che Mashaei ha già iniziato la sua campagna.

10– Un candidato dell’ala di Ahmadinejad: il nuovo capo dello staff di Ahmadinejad, Hassan Musavi, è stato proposto come potenziale candidato. Musavi, che in precedenza ha guidato l’organizzazione che si occupa del turismo e della preservazione del patrimonio culturale, a luglio ha affermato di sospettare che la siccità estiva nell’Iran meridionale facesse parte di una guerra lanciata contro la Repubblica Islamica.

11– Il moderato: Hassan Rowhani, 65 anni, è stato uno dei capi dei negoziatori della questione nucleare iraniana sotto il presidente riformista Mohammad Khatami ed è considerato un denigratore di Ahmadinejad. Non ha ‘negato’ la sua possibile partecipazione alla corsa presidenziale. Il primo gennaio Rowhani ha detto ai giornalisti che i membri di alcuni partiti politici, membri dell’Assemblea degli Esperti, e legislatori appartenenti sia all’ala conservatrice che a quella riformista hanno parlato con lui riguardo la sua possibile candidatura. Rowhani attualmente è un membro dell’Assemblea degli Esperti e il capo del Centro di Ricerche Strategiche. Ha affermato che il futuro presidente dovrà affrontare numerosi problemi. “Chiunque voglia diventare presidente necessita di un programma in grado di affrontare i problemi”, ha affermato. “E se deciderò di candidarmi, avrò certamente un programma di questo genere”.

12– Il riformista: Mohammad Reza Aref, professore universitario e vice dell’ex presidente Mohammad Khatami, viene indicato come il possibile candidato dell’area riformista, che è stata praticamente eliminata dalla scena politica. Gli analisti credono che i riformisti non abbiano la minima chance di riguadagnare la presidenza. Tuttavia, pare che Aref abbia affermato che “potrei annunciare la mia candidatura formalmente, se non vedrò all’orizzonte candidati di rilievo”.

Dal blog di Golnaz Esfandiari per The Post Internazionale
Traduzione di Federica Flisio
Questo articolo è stato pubblicato per gentile concessione di Radio Free Europe/Radio Liberty

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