Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:30
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Tutto quello che c’è da sapere sul referendum contro i migranti in Ungheria

Immagine di copertina

Quando e come si vota? Qual è il quesito? Quali sono le posizioni degli altri partiti? Chi vota a favore del NO?

Camminando per le strade di Budapest si ha la sensazione che il 2 ottobre si deciderà il destino del paese. La città è tappezzata da più di un mese di manifesti governativi che raccontano di milioni di nuovi immigrati pronti ad arrivare dalla Libia, di molestie sessuali compiute da profughi. La campagna propagandistica del governo finora non ha risparmiato alcun possibile stratagemma per associare l’ondata di profughi al terrorismo e trasformare il referendum di questa domenica in un voto contro il multiculturalismo e la perdita della sovranità nazionale. Ma in cosa consiste questo referendum? E cosa comporterà? Ecco tutto quello che c’è da sapere:

Quando e come si vota e qual è il quesito?

Si vota domenica 2 ottobre. Tradotto in italiano, il quesito suona più o meno così: “Volete che l’Unione Europea decreti una rilocalizzazione obbligatoria dei cittadini non ungheresi in Ungheria senza l’approvazione del parlamento ungherese? Gli elettori potranno votare SÌ o NO.

Perché si vota?

L’Unione Europea nel settembre 2015 ha approvato il ricollocamento di 160.000 richiedenti asilo già presenti nel territorio europeo. Ogni stato membro è tenuto a ospitare una quantità predefinita di profughi, calcolata a seconda della popolazione e del PIL di ogni stato membro. Il governo ungherese, che dovrebbe ospitarne 1296, si oppone strenuamente ad accoglierli sul proprio territorio e vuole un mandato popolare per dire no. Il referendum è stato indetto dal premier ungherese Viktor Orbán.

Qual è la posizione del governo?

Il governo invita a votare NO, convinto com’è che non spetti all’Unione Europea decidere chi accogliere nel paese e con chi i cittadini ungheresi debbano convivere. Il premier Viktor Orbán ha dichiarato più volte che la religione musulmana è incompatibile coi valori europei ed è certo che ci sia una connessione diretta tra l’ondata di profughi dalla Siria e quella di attentati terroristici in Europa.

Chi vota a favore del NO?

Il partito al governo Fidesz, il suo alleato Partito Popolare Cristiano Democratico e il partito di estrema destra Jobbik.

Quali sono le posizioni degli altri partiti?

I partiti di opposizione di centro-sinistra invitano al boicottaggio del voto. Il referendum viene visto come un modo per distrarre da problemi del paese ben più urgenti. Chi entra nel merito sostiene che il quesito referendario è ingannevole, visto che porta a credere che i profughi otterrebbero un permesso di residenza permanente in Ungheria, mentre il sistema delle quote significa la rilocalizzazione temporanea di migranti con i requisiti per ottenere lo status di rifugiati. Altri partiti a favore del sistema delle quote ricordano che il Trattato di Lisbona, ratificato nel 2007 dal parlamento ungherese anche con i voti di Fidesz, dà alla Commissione Europea il diritto di prendere decisioni come il ricollocamento tra gli stati membri dei profughi. Il Magyar Kétfarkú Kutya Párt (Partito del cane ungherese a due code), un partito burla molto popolare tra i giovani, afferma che non può esistere una risposta giusta a un referendum così demagogico, pertanto invita ad andare al seggio e invalidare la scheda.

Che succede se vince il NO?

Se vincerà il NO e il governo ratificherà la decisione, l’Ungheria non rispetterà una decisione presa a maggioranza da Bruxelles. Al di là della questione legale, il paese magiaro entrerebbe in rotta di collisione con il principio di solidarietà verso altri stati europei, visto che i richiedenti asilo da ricollocare si ritrovano attualmente in Italia e Grecia. Tenuto conto del numero esiguo di profughi che l’Ungheria è chiamata a ospitare cambia poco, ma il referendum rafforzerebbe la leadership del premier Viktor Orbán e potrebbe dare il via a votazioni simili in altri stati membri dell’est Europa, anch’essi contrari al sistema delle quote. Nel caso di una vittoria del NO, la Commissione Europea potrebbe far partire delle sanzioni verso il governo ungherese, in passato si è parlato di una multa di 250.000 euro per ogni richiedente asilo non accolto. Nel caso dell’Ungheria il conto si aggirerebbe intorno ai 232 milioni di euro.

La campagna elettorale, i sondaggi e le previsioni

Il governo è riuscito con successo a trasformare il voto su una questione ben specifica in un voto sul multiculturalismo e la sovranità nazionale, grazie anche a una campagna elettorale xenofoba e dai toni allarmistici. I partiti di centro-sinistra hanno portato avanti una campagna inefficace e in alcuni casi inesistente. Il partito burla Mkkp (Partito del cane ungherese a due code) ne ha invece realizzata una di gran successo che ha ridicolizzato i messaggi nazionalisti e anti-immigrati del premier Viktor Orbán. Per essere considerato valido, al referendum deve partecipare il 50 per cento più uno degli elettori. L’ultimo sondaggio dell’istituto Publicus dà la vittoria del NO intorno al 61 per cento. Solo il 6 per cento è intenzionato a votare SI, mentre l’11 per cento pensa di invalidare il voto. Il 22 per cento degli elettori è indeciso. Secondo il sondaggio gli elettori sicuri di votare sono intorno al 54 per cento, pertanto la vera sfida del governo ungherese sarà raggiungere il quorum.

— LEGGI ANCHE: Ecco come l’Ungheria chiude le porte in faccia ai migranti

Viaggio tra gli ungheresi per capire cosa pensano dell’immigrazione in vista del referendum
Cosa pensa la sinistra ungherese del referendum sui migranti
Ti potrebbe interessare
Esteri / La Corte de L'Aja ordina a Israele di garantire le forniture di cibo, servizi di base e aiuti umanitari a Gaza
Esteri / Russia: arrestati 5 giornalisti. Cremlino apre alla liberazione di Gershkovich
Esteri / L’ex neonazista che ispirò “American History X” scopre le sue origini ebree con un test del Dna e si converte
Ti potrebbe interessare
Esteri / La Corte de L'Aja ordina a Israele di garantire le forniture di cibo, servizi di base e aiuti umanitari a Gaza
Esteri / Russia: arrestati 5 giornalisti. Cremlino apre alla liberazione di Gershkovich
Esteri / L’ex neonazista che ispirò “American History X” scopre le sue origini ebree con un test del Dna e si converte
Esteri / Le indiscrezioni sulle cure di Kate Middleton: “Tre settimane di chemio e trattamenti a casa”
Esteri / Ilaria Salis di nuovo in catene, gli amici minacciati fuori dal tribunale
Esteri / Oltre 32.500 morti a Gaza. Libano, Meloni visita i militari italiani: "La pace è deterrenza e impegno". Anp: domenica giurerà il nuovo governo. Politico: "Pentagono valuta di finanziare una forza di peacekeeping dopo la guerra". Netanyahu: "Ci prepariamo a entrare a Rafah"
Esteri / Il nuovo business di Donald Trump: vendere bibbie a 60 dollari l’una
Esteri / Altri 16 bambini e adolescenti rimasti feriti a Gaza arrivano in Italia
Esteri / Germania, Flixbus si ribalta vicino Lipsia: almeno cinque morti e diversi feriti
Esteri / La storia si ripete: si dovrà ancora lottare per essere ebrei. Steven Spielberg lancia l’allarme antisemitismo