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Home » Esteri

Facebook sotto accusa dopo la censura di una delle foto più iconiche del Novecento

Immagine di copertina

Un noto quotidiano norvegese si è rivolto direttamente a Mark Zuckerberg per la censura della storica foto della bambina vietnamita che corre nuda dopo i bombardaramenti

Il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg è al centro di una
polemica nelle ultime ore a causa di una lettera aperta inviatagli da un
giornalista norvegese, che lo ha accusato di “abusare del suo potere”
dopo che la sua compagnia ha censurato un’immagine storica della fotografia
mondiale.

L’autore della lettera è Espen Egil Hansen, caporedattore di
Aftenposten, il più noto quotidiano
del paese scandinavo, che ha deciso di rivolgersi direttamente a Zuckerberg
dalle pagine del suo giornale quando un articolo pubblicato sul social network
dal quotidiano in questione è stato rimosso per aver violato le linee di
condotta sulla nudità.

Peccato che il problema risiedesse in un’immagine – quella che
accompagnava l’articolo e che i lettori avrebbero visto come anteprima sul
social – in cui la nudità è tutt’altro che sensuale o offensiva della morale, ma
è una potente e terribile denuncia dell’orrore della guerra.

Si trattava infatti dell’immagine scattata durante la guerra
del Vietnam (nel 1972) dal fotografo vietnamita Nick Ut, che vede protagonisti
alcuni bambini in fuga dai bombardamenti al napalm e in particolare Kim Phuc,
una bambina di allora nove anni che corre nuda e terrorizzata su una strada di
campagna dopo essere stata ustionata dalla sostanza chimica.

L’immagine vinse il premio Pulitzer per l’immagine nel 1973,
e da allora è rimasta una delle foto-simbolo della follia di ogni guerra,
diventando una delle più celebri icone del Novecento in campo fotografico.

Quando Aftenposten
ha condiviso l’immagine, ha ricevuto una comunicazione da Facebook in cui si
chiedeva di togliere o pixelare la foto sulla base della sue linee guida
riguardo alla nudità, ma a quanto pare prima ancora che il giornale potesse
rispondere, l’articolo è stato rimosso.

Hansen nella sua lettera aperta di protesta ha fatto
riferimento a Zuckerberg definendolo “il più potente editore del
mondo”, e ha scritto di essere “sconvolto, deluso, spaventato da ciò che lei
sta per fare riguardo a un pilastro della nostra società democratica”.

“Anche se sono il caporedattore del più grande giornale
della Norvegia, mi rendo conto che lei sta limitando lo spazio in cui posso
esercitare la mia responsabilità editoriale. Questo è ciò che lei e i suoi
collaboratori state facendo in questo caso. Credo che lei stia abusando del suo
potere, e trovo difficile credere che abbiate riflettuto molto su questo
comportamento”.

Hansen ha continuato dicendo che è responsabilità della
stampa di segnalare e condividere immagini “sgradevoli”, che
riflettono gli orrori della guerra, e che la pubblicazione di un articolo “non
dovrebbe essere compromessa da algoritmi di codifica decisi in un ufficio in
California”.

Un portavoce di Facebook ha dichiarato: “Anche se ci
rendiamo conto che questa foto è iconica, è difficile effettuare una distinzione
tra il permettere la pubblicazione di una fotografia di un bambino nudo in un
caso e non in altri. Cerchiamo di trovare il giusto equilibrio tra il
consentire alle persone di esprimersi e il mantenere un’esperienza sicura e
rispettosa per la nostra comunità globale”.

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