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Arrestato in Kenya il più importante trafficante di avorio del paese

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È una sentenza esemplare nella lotta al mercato illegale di avorio, che rende giustizia alle migliaia di elefanti uccisi ogni anno

S&D

Il Kenya ha condannato a venti anni di prigione uno dei più grandi trafficanti d’avorio dell’Africa. Feisal Mohamed Ali nel 2014 era stato trovato illegalmente in possesso di 2 tonnellate di avorio per un valore complessivo di oltre 440mila dollari, nascoste in una carrozzeria di automobili.

Dopo due anni di processo, la sentenza esemplare rende giustizia agli elefanti uccisi dai bracconieri e ai ranger che quotidianamente combattono per difendere gli animali dell’Africa.

“La decisione del Tribunale è un forte messaggio nei confronti delle gang di bracconieri, dei trafficanti d’avorio e di tutti coloro che sono coinvolti nel mercato illegale che ha decimato la popolazione di elefanti nel continente”, è stato il commento del Kenya Wildlife Service, l’associazione kenyota di ranger adibita al controllo della fauna locale. 

Feisal Mohamed Ali era uno dei più importanti trafficanti d’avorio del Kenya e quando le autorità scoprirono il suo fiorente traffico, riuscì a fuggire all’estero. Dopo un mandato di cattura internazionale, Feisal venne arrestato in Tanzania il 24 dicembre del 2014 e rimpatriato in Kenya.

Il processo, probabilmente anche grazie alla ricchezza e alle reti di conoscenza del trafficante, in una nazione in cui la corruzione è endemica, fu immediatamente caratterizzato da irregolarità. La prova maggiore a carico di Feisal erano i nove veicoli all’interno dei quali era stato trovato l’avorio, ma misteriosamente scomparvero dal luogo dove erano tenuti in custodia dalla polizia.

L’uomo si è sempre definito innocente e ha annunciato che farà ricorso alla decisione del tribunale.

Negli ultimi anni il Kenya ha intensificato gli sforzi nella lotta al traffico illegale di avorio. Ad aprile le autorità kenyote hanno distrutto 105 tonnellate di avorio, provenienti da migliaia di elefanti uccisi, che avrebbe fruttato una fortuna ai trafficanti.

Un chilo del prezioso materiale in Asia può raggiungere la cifra di 2mila euro. Proprio gli alti profitti, però, rendono più spregiudicati i trafficanti e il fenomeno del bracconaggio è aumentato, in particolare nell’Africa sub-sahariana, dove i trafficanti possono contare sull’appoggio dei signori della guerra locali e delle organizzazioni criminali.

In Africa vivono tra i 450mila e i 500mila elefanti, ma ogni anno oltre 30mila sono uccisi per soddisfare la domanda di avorio. In Sudafrica in media viene invece ucciso un rinoceronte ogni undici ore.

Due numeri sono sufficienti a testimoniare la mattanza. Il parco di Zakouma in dieci anni ha perso il 90 per cento dei suoi elefanti, dai 4.350 del 2002 ai 450 attuali, mentre nel parco di Garamba, che un tempo ospitava 20mila elefanti, adesso ne sono rimasti solo 2.400.

(Nella foto: Feisal Mohamed Ali, il trafficante d’avorio condannato a venti anni da un Tribunale del Kenya Credit: Joseph Okanga) 


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