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Dieci insulti memorabili tra leader politici

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Il presidente filippino non è l'unico a essersi lasciato andare a exploit offensivi verso altri leader. Ecco alcuni dei commenti più memorabili degli ultimi anni

Dopo l’exploit dell’eccentrico e piuttosto schietto presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, che ha definito Barack Obama un “figlio di puttana”, attirandosi i rimbrotti di mezza comunità internazionale, bisogna se non altro ammettere che non è il primo, né sarà l’ultimo a lasciarsi andare a parole incaute, né Obama a subire insulti coloriti.

“Figlio di 60mila puttane!” (generale Tlass)

L’allora ministro siriano della Difesa generale Mustafa Tlass, anch’egli conosciuto per un linguaggio tutt’altro che forbito, attirò su di sé le ire dell’Autorità palestinese quando chiamò Yasser Arafat “figlio di 60mila puttane”.

Rivolgendosi ad Arafat in un discorso del 1999, Tlass disse: “Dovresti dire alla Casa Bianca che Gerusalemme è la capitale della Palestina e invece te ne stai silenzioso come un topo senza osare dire una sola parola”.

I suoi commenti infastidirono migliaia di palestinesi che scesero in piazza per protestare contro un attacco personale così diretto contro il loro leader.

“Qui c’è puzza di zolfo” (Hugo Chavez)

Durante un discorso piuttosto appassionato di fronte all’assemblea delle Nazioni Unite, l’allora presidente del Venzuela Hugo Chavez disse che l’allora presidente degli Stati Uniti George W. Bush era il diavolo. “Il diavolo ieri è stato qui, puzzava di zolfo e parlava come se il mondo intero fosse suo”, disse Chavez.

“Hai lo stesso carisma di uno straccio bagnato” (Nigel Farage)

Nigel Farage, altro colorito personaggio della scena politica internazionale e leader del partito britannico UKIP, cominciò il suo intervento al Parlamento europeo nel 2010 dicendo: “Non voglio essere maleducato”, ma proseguì dicendo che il presidente Herman Van Rompuy aveva lo stesso carisma di uno straccio bagnato. Non pago, si rivolse anche all’ex primo ministro belga definendolo un “impiegatuccio di banca” proveniente da un paese irrilevante.

“La suggerirò per il ruolo di kapò” (Silvio Berlusconi)

Famosa anche l’inopportuna battuta dell’ex premier italiano Silvio Berlusconi che nel 2003, rivolgendosi al tedesco Martin Schulz, disse: “So che stanno girando un film sui campi di concentramento nazisti, la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto”. Ma Schulz non rise e Berlusconi dovette ammettere che il suo senso dell’umorismo non incontrava il gusto dei colleghi europei.

“Putin, ti faccio vedere io!” (Tony Abbott)

Anche l’australiano Tony Abbott, allora prima ministro, operò un’infelice scelta di linguaggio quando disse che avrebbe caricato a testa bassa, come nel football australiano, il presidente russo Vladimir Putin. Allora, le relazioni tra Australia e Russia erano tese a causa dell’abbattimento di un volo di linea in volo sull’Ucraina da parte dei separatisti filorussi che aveva causato 298 vittime tra cui 38 australiani.

“Hai l’aria di un’infermiera sadica” (Boris Johnson)

L’ex sindaco di Londra e attuale ministro degli esteri britannico Boris Johnson ha invece disegnato un ritratto poco lusinghiero della candidata presidenziale democratica Hillary Clinton: “Ha i capelli tinti di biondo e labbra imbronciate, e uno sguardo di ghiaccio, come un’infermiera sadica in un ospedale psichiatrico”. Era il 2007 e Clinton non apprezzo affatto la descrizione di Johnson.

“Puoi infilarti la tua Carta dove meglio credi” (Nicolas Maduro)

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro non ha grande simpatia per Luis Almagro, il presidente dell’Organizzazione degli stati americani, e lo ha variamente definito con epiteti quali “spazzatura” o “traditore”. Infine gli ha detto: “Puoi prenderti la tua Carta democratica, metterla in un tubo, e infilartela dovunque ti sembri possa entrare”.

A commentare la vicenda, l’ex presidente uruguaiano Jose Mujica ha detto che secondo lui Maduro è “matto come una capra”.

“Il presidente degli Stati Uniti non è americano” (Donald Trump)

La campagna elettorale di Donald Trump, candidato presidenziale dei repubblicani, è puro intrattenimento. Ma tra le tante uscite infelici del milionario americano, quella forse più offensiva per il presidente Obama è l’insinuazione che non sia davvero un cittadino degli Stati Uniti: “Vorrei vedere il suo certificato di nascita”, aveva detto Trump.

Uomo certamente non privo di un gran senso dell’umorismo, Obama ha risposto con una clip tratta dal film della Disney “Il re leone”.

“Quella vecchia megera!” (Jose Mujica)

Nel 2013, il presidente uruguaiano fu colto mentre definiva la collega argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, e il marito rispettivamente “una vecchia megera” e “uno strabico”. Gli argentini protestarono ufficialmente e Maduro negò di essersi riferito alla coppia, senza mai spiegare di chi stesse parlando.

“Piccolo prete maligno” (Robert Mugabe)

Tra il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe e l’arcivescovo Desmond Tutu, vincitore del premio Nobel per la pace per essere stato tra gli ispiratori della lotta contro l’apartheid in Sudafrica, non deve esserci grande stima. Tutu aveva definito Mugabe “la caricatura di un dittatore africano” e Mugabe aveva apostrofato Tutu come un “piccolo vescovo maligno, incattivito e arrabbiato”.

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