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Il nostro cervello durante un orgasmo, spiegato seriamente

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Una serie di ricerche scientifiche rivela alcune cose interessanti sulla dinamica dell'orgasmo, fenomeno di cui sappiamo e parliamo troppo poco

Molte persone, anche se non tutte, hanno un orgasmo sufficientemente spesso. Ciononostante, è molto raro che si parli di orgasmi pubblicamente, e la nostra conoscenza del fenomeno dal punto di vista scientifico è quantomeno limitata.

“C’è ancora moltissimo che non capiamo degli orgasmi,” sostiene Barry Komisaruk, un neuroscienziato della Rutgers University – l’università statale di ricerca dello stato americano del New Jersey – che studia le relazioni tra l’attività cerebrale e quella sessuale nel corpo umano.

Secondo quanto dichiarato al settimanale di divulgazione scientifica New Scientist da Julia Heiman, personalità di spicco nel campo della sessuologia e direttrice dell’Istituto Kinsey per le ricerche su sesso, genere e riproduzione, “la quantità di supposizioni esistenti riguardo la funzione e il valore dell’orgasmo supera notevolmente i dati reali a nostra disposizione”.

Komisaruk, lavorando con la nota sessuologa Beverly Whipple, ha passato decenni a chiedere a uomini e donne di stendersi sul lettino della macchina per la risonanza magnetica funzionale (una metodica di imagining biomedico), e di stimolarsi fino a raggiungere l’orgasmo.

Altri scienziati hanno utilizzato tecniche come la tomografia a emissione di positroni (o Pet, dall’inglese Positron Emission Tomography) – una procedura di medicina nucleare e diagnostica medica che produce anch’essa bio-immagini, o immagini del corpo – e molte altre per vedere cosa succede all’interno del cervello di una persona che ha un orgasmo.

I risultati di questi numerosi studi, intesi a costruire una conoscenza di base in grado di aiutare le persone che hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo, potrebbero non essere applicabili a tutti, ma hanno comunque rivelato una serie di sorprendenti osservazioni su come funzionano gli orgasmi.

1. Gli orgasmi si impossessano letteralmente del nostro cervello

Gli esperimenti condotti da Komisaruk hanno mostrato che sia nel cervello degli uomini che in quello delle donne in procinto di raggiungere l’orgasmo si verifica una prevedibile serie di eventi. Come facilmente immaginabile, la stimolazione sessuale porta all’attivazione di aree del cervello coinvolte nell’elaborazione del senso e del tatto.

A queste regioni, tuttavia, si aggiunge una serie di aree del cervello che apparentemente non sono coinvolte, come il sistema limbico (responsabile dell’elaborazione della memoria e delle emozioni), l’ipotalamo (legato al controllo involontario del corpo), e la corteccia prefrontale (implicata nel giudizio e nella capacità di risolvere problemi). In tutte queste zone del cervello si verifica un aumento di attività in corrispondenza di un orgasmo.

Nel momento in cui si raggiunge un orgasmo, “più di trenta sistemi primari del cervello si attivano”, dice Komisaruk. “Non si tratta di un evento separato e locale, non c’è nessun ‘centro dell’orgasmo’. È ovunque.”

(Qui sotto: l’intensa attività cerebrale osservabile nelle diverse aree del cervello durante un orgasmo. Credits: Barry Komisaruk)


2. Gli orgasmi maschili e femminili appaiono più simili di quanto ci si possa aspettare

Nonostante ci siano alcune chiare differenze fisiologiche tra gli orgasmi maschili e quelli femminili (come per esempio il fatto che un orgasmo femminile duri circa 20 secondi, rispetto ai 10 di quello maschile), gli esperimenti effettuati nel laboratorio della Rutgers University e altrove hanno mostrato che, all’interno del cervello, un orgasmo è un orgasmo, indipendentemente dal sesso della persona in questione.

“Tutte le regioni che si attivano sono le stesse”, ha spiegato Komisaruk. Le ricerche effettuate nell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, tramite la tomografia a emissione di positroni hanno portato alla stessa conclusione.

Komisaruk cita un vecchio studio degli anni Settanta che aveva riscontrato questa caratteristica comune negli uomini e nelle donne ancor prima che la risonanza magnetica funzionale o la tomografia a emissione di positroni fossero inventate.

Nell’indagine, i ricercatori chiesero ai partecipanti di scrivere una descrizione di quello che provavano durante un orgasmo. Dopodiché, gli studiosi eliminarono tutti i riferimenti alle specifiche parti del corpo, e chiesero a una giuria di 70 psicologi, terapisti sessuali e ginecologi di identificare se l’autore della descrizione fosse un uomo o una donna.

I giudici, sia gli uomini che le donne, non furono in grado di determinare il sesso dell’autore, se non per puro caso.

3. Gli orgasmi sembrano agire come antidolorifici

Le ricerche svolte precedentemente da Whipple e Komisaruk avevano suggerito che gli orgasmi e la stimolazione sessuale in generale potrebbero causare un aumento della sopportazione del dolore nelle persone.

I due erano giunti a questa conclusione utilizzando un macchinario che schiacciava il dito di una persona con forza in aumento costante, fino a provocare dolore. Quando alle donne venne chiesto di masturbarsi, la loro sopportazione del dolore crebbe di circa il 50 per cento.

Whipple e Komisaruk provarono a distrarre le persone sottoposte al test con altri metodi e stabilirono che non si trattava semplicemente del fatto che la masturbazione distraesse le donne, ma che questa alterasse effettivamente la loro percezione del dolore.

Ricerche effettuate successivamente da Whipple ipotizzarono inoltre che la stimolazione vaginale durante il parto potesse aumentare la sopportazione del dolore, e che l’agonia provata dalle donne (durante il parto) potesse essere ancor più insopportabile in assenza di questo meccanismo.

Tutto questo ha del sorprendente, dal momento che le scansioni effettuate dai ricercatori attraverso la risonanza magnetica funzionale avevano riscontrato un’intensificazione dell’attività in un paio di regioni del cervello (la corteccia insulare e la corteccia cingolata anteriore) note per essere legate al dolore.

Komisaruk, tuttavia, sospetta che le scansioni in questione possano mostrare in realtà un’attività inibitoria in queste aree, in cui i neuroni che “si accendono” fanno parte di un network che blocca la percezione del dolore, piuttosto che trasmetterla.

4. Gli orgasmi possono neutralizzare la paura e il controllo degli impulsi

Gli esperimenti effettuati tramite la tomografia a emissione di positroni dal gruppo di ricercatori dell’Università di Groningen hanno riscontrato, in corrispondenza di un orgasmo, una significativa diminuzione nell’attività dell’amigdala, una regione del cervello cruciale per la nostra percezione della paura, e in quella della corteccia orbitofrontale, un’area responsabile del controllo degli impulsi.

Il principale autore di queste ricerche, Gert Holstege, ha interpretato i risultati come una prova che, nel momento di un orgasmo, la percezione della paura e la capacità di controllare gli impulsi sono entrambe completamente inibite.

Tuttavia, potrebbero anche esserci altre spiegazioni, specialmente dal momento che le scansioni effettuate tramite tomografia a emissione di positroni misurano l’attività cerebrale per la durata di diversi minuti.

“Credo che quello che [le scansioni] vedono sia semplicemente il sistema di eccitazione che si spegne dopo la fine di un orgasmo”, sostiene Kim Wallen, uno psicologo della Emory University, nello stato americano del Georgia, che ha condotto diversi studi in materia.

5. Alcune persone possono procurarsi un orgasmo anche solo pensandoci

Diverse persone sono in grado di procurarsi un orgasmo esclusivamente con i propri pensieri; non hanno bisogno di stimolarsi fisicamente o di fare sesso per raggiungerlo. Whipple e Komisaruk hanno osservato diverse donne riuscirci all’interno della macchina per la risonanza magnetica funzionale.

“La loro attività cerebrale è molto simile a quella delle donne che raggiungono l’orgasmo con l’autostimolazione fisica”, spiega Komisaruk. Anche in questo caso si riscontra un aumento dell’attività nella corteccia sensoriale, l’area maggiormente coinvolta nell’elaborazione del tatto. “Il solo pensare alla stimolazione, a quanto pare, è un modo molto potente di stimolare questa regione”, aggiunge.

6. L’idea che le donne possano raggiungere l’orgasmo solo attraverso la stimolazione clitoridea è un falso mito

Esiste una diffusa credenza risalente ai tempi del rapporto Kinsey, una serie di studi pubblicati negli anni Cinquanta da ricercatori di sesso maschile, in cui si sostiene che una donna possa provare un orgasmo solo in seguito alla stimolazione diretta del clitoride.

Tuttavia, nonostante questa sia effettivamente la fonte di larga parte degli orgasmi femminili, molte donne hanno riferito di aver avuto anche orgasmi vaginali.

Whipple e Komisaruk hanno scoperto nuove prove rispetto a quanto affermato. I due scienziati hanno scelto per i loro esperimenti donne che avessero, come conseguenza di incidenti, il midollo spinale spezzato, e che fossero per questo paralizzate dalla vita in giù, e impossibilitate a ricevere qualsiasi trasmissione di stimoli dal loro clitoride.

Tuttavia, queste donne erano ancora in grado di provocarsi un orgasmo, e le scansioni effettuate tramite risonanza magnetica funzionale hanno mostrato che i loro nervi vaghi – che connettono il cervello all’utero e alla cervice uterina senza passare per il midollo spinale – trasmettevano effettivamente gli stimoli dalla vagina.

Questo non vuol dire che ci sia un organo specifico chiamato punto G – la cui esistenza è ancora solo ipotetica – ma conferma che anche la stimolazione di aree diverse dal clitoride possa condurre all’orgasmo.

(Qui sotto: le diverse aree della corteccia sensitiva che rispondono alla stimolazione di differenti parti del corpo. Credits: Komisaruk et al 2011)

7. Molte persone hanno problemi a raggiungere l’orgasmo

Questa ricerca è motivata in gran parte dal fatto che una discreta percentuale di persone, soprattutto ma non esclusivamente donne, ha difficoltà a raggiungere l’orgasmo.

Gli scienziati non hanno ancora trovato tutte le cause di questa condizione, formalmente chiamata anorgasmia.

Molti casi possono risultare semplicemente dal fatto di non aver mai ricevuto la stimolazione necessaria (da soli o con il partner), che è il motivo per cui alcuni sex coach – esperti che “guidano” le persone durante l’atto sessuale – hanno avuto successo con i loro “corsi di masturbazione” dedicati a coloro che soffrono di anorgasmia cronica.

Molte persone, invece, riscontrano difficoltà a raggiungere l’orgasmo a causa di un effetto collaterale dell’uso di alcuni tipi di antidepressivi, come gli Ssri, gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. In questi casi il viagra può rivelarsi un trattamento efficace, sia per gli uomini che per le donne.

Tuttavia, ci sono anche persone che sembrano presentare l’anorgasmia senza alcuna causa apparente. Alcuni studi effettuati sui gemelli, per esempio, hanno suggerito che la genetica possa essere una ulteriore causa.

Basandosi su queste osservazioni e su numerose altre fonti, due scienziati canadesi, Mitchell Moffit e Gregory Brown, hanno realizzato un video che mostra cosa succede nel nostro cervello quando proviamo un orgasmo.

I due scienziati gestiscono un canale Youtube chiamato AsapSCIENCE in cui postano settimanalmente video che affrontano varie tematiche scientifiche.

Lo scopo di Moffit e Brown è quello di fare in modo che chiunque possa “godere della bellezza e dei segreti della vita”, e per questo si impegnano a trattare gli argomenti scientifici in modo da renderli accessibili a tutti.

L’articolo è stato originariamente pubblicato qui. A cura di Alice Politano e Orsola Randi 

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