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L’Italia è più sicura dopo il decreto Minniti?

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Quali sono gli effetti dei poteri dati ai sindaci dalla nuova legge sulla sicurezza urbana? Ecco i provvedimenti disposti dai primi cittadini in Italia

Il 12 aprile il Senato ha trasformato in legge il provvedimento sulla sicurezza urbana voluto dal ministro dell’Interno Marco Minniti e varato il 22 febbraio dal Consiglio dei ministri. 

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Il governo di Paolo Gentiloni ha posto la mozione di fiducia che è stata approvata con larga maggioranza l’11 aprile. Il decreto era già stato approvato dal Senato, sempre con un voto di fiducia, il 29 marzo.

Che cos’è la sicurezza urbana

La sicurezza urbana è il bene pubblico relativo alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso il contributo congiunto degli enti territoriali attraverso interventi di riqualificazione e recupero delle aree o dei siti più degradati; eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale; prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio; promozione del rispetto della legalità; più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile.

Cosa prevede il decreto Minniti

Tra le novità introdotte dalla legge figurano la possibilità di arresto in “flagranza differita” per i reati commessi durante le manifestazioni pubbliche riprese dalle telecamere; maggiori poteri ai sindaci in materia di decoro e sicurezza urbano; ordinanze di allontanamento per l’occupazione delle strutture pubbliche e per contrastare il degrado urbano; riqualificazione urbana e mini-daspo per gli spacciatori, l’allontanamento dai locali pubblici e dagli esercizi commerciali in cui sono stati commessi gli illeciti. 

Tra i provvedimenti più controversi contenuti nel decreto figura quello che riguarda l’allontanamento e la sanzione pecuniaria, fino a 300 euro, per chi dovesse violare i divieti di stazionamento, occupazione o utilizzo di infrastrutture di vario tipo. Sono inoltre previsti allontanamenti, divieti di accesso agli esercizi e ai locali pubblici, per chi è stato condannato in via definitiva e in appello per spaccio di sostanze stupefacenti e per chi esercita attività di prostituzione.

“Il decreto Minniti sulla sicurezza urbana, considerato da questo Governo cosa di straordinaria necessità e urgenza, è un provvedimento di destra, intriso di razzismo e classismo. Tanto valeva introdurre il colore della pelle come fattore discriminante, si sarebbe dissolta ogni ipocrisia”, aveva commentato il giornalista e scrittore Roberto Saviano.

Ma cosa sta realmente cambiando nella vita quotidiana dei cittadini italiani? I sindaci stanno mettendo in campo i nuovi poteri dei quali sono dotati grazie al decreto? 

Associazioni, comunità e partiti politici hanno già manifestato il proprio dissenso attraverso esternazioni pubbliche e manifestazioni.

I primi effetti del decreto

Ancora prima di ottenere la definitiva conversione in legge, a marzo 2017, qualche sindaco aveva già deciso di rendere attuative le disposizioni contenuto nel decreto.

A Ventimiglia, il 20 marzo, tre francesi erano stati denunciati dalla Polizia di Stato per aver somministrato senza autorizzazione cibo ai migranti, contravvenendo a un’ordinanza del Sindaco di Ventimiglia, Enrico Ioculano.

“I vigili hanno multato tre persone perché hanno dato da mangiare a migranti, per effetto di una ordinanza del Sindaco che non è uno degli sceriffi di Salvini. È un sindaco del Pd”, scriveva preoccupato Nicola Frantoianni, leader di Sinistra Italiana. “Siamo nel pieno della notte del rispetto della dignità delle persone. Siamo alla vergogna”. 

“L’ordinanza era dettata da motivi di igiene e sanità pubblica, non di intolleranza, visto che i migranti potevano gratuitamente mangiare alla Caritas o al centro di accoglienza del Parco Roja”, aveva dichiarato il sindaco di Ventimiglia.

Alla fine, il 24 aprile, Ioculano ha deciso di revocare l’ordinanza emessa l’11 agosto 2016 (la numero 129) che vietava di somministrare cibo e bevande per strada agli stranieri, affermando di aver agito spinto da motivi umanitari.

“Appare necessario rimuovere i divieti, almeno momentaneamente, e solo per ragioni di carattere umanitario legate alla situazione contingente a prescindere dalla verifica puntuale dei requisiti igienico-sanitari dei pasti preparati, richiamando ciascuno al rispetto delle elementari regole per la predisposizione degli elementi da fornire a terzi, fermo restando l’invito a tutti interessati a transitare attraverso i canali istituzionali della Croce Rossa Italiana e o della Caritas”, ha spiegato Ioculano nella nota ufficiale.

L’Action day di Napoli

Anche nel capoluogo partenopeo, nel weekend del 21-23 aprile, è stato testato il decreto Minniti. La questura di Napoli ha messo in campo Action day, controllando 728 persone, delle quali 415 risultano avere precedenti di polizia.

Nei giorni in cui veniva convertito in legge il provvedimento del ministro degli Interni in materia di sicurezza urbana, la questura del capoluogo della regione campana ha organizzato un’operazione per il contrasto al fenomeno dei parcheggiatori abusivi che ha visto la partecipazione di tutti gli uffici territoriali.

L’operazione è stata coordinata dall’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico ed è stata organizzata per applicare, per la prima volta dalla sua emanazione, la nuova normativa, che ha previsto una forma di sanzione diversa e più pregnante perché accompagna alla sanzione amministrativa pecuniaria l’allontanamento dal luogo in cui è stato commesso il fatto. 

La legge prevede che nei casi di reiterazione delle condotte, il questore, qualora dalla condotta possa derivare pericolo per la sicurezza, può disporre il divieto di accesso a uno o più delle aree in cui è stato commesso il fatto e specificate dalla normativa.

La durata del divieto, di norma non superiore a sei mesi, può aumentare fino a due anni, qualora le condotte poste in essere risultino commesse da soggetto condannato, con sentenza definitiva o confermata in grado di appello, nel corso degli ultimi cinque anni per reati contro la persona o il patrimonio.

Le sanzioni contestate in soli tre giorni sono state 251, con 66 sequestri delle somme guadagnate dagli abusivi.

Le diffide di Mantova

Anche l’amministrazione di Mantova si è fatta forte del decreto Minniti che assegna più potere alle polizie locali in materia di sicurezza e decoro urbano e ha iniziato a emanare le prime diffide.

Le forze dell’ordine hanno dato l’ultimatum ai primi “sbandati” in bivacco permanente nel centro storico, tra corso Libertà e nelle aree limitrofe, che sostavano con numerose bottiglie di birra e sporcavano le strade.

Il provvedimento di diffida a permanere nella zona in maniera molesta è stato consegnato lunedì 13 marzo ai primi sei disturbatori. 

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